Che il soggetto affetto da OSAS non consapevole o consapevole ma non adeguatamente curato, sia o possa diventare un problema sociale, è oramai risaputo.
CERGAS SDA Bocconi – Centre for Research on Health and Social Care Management – con il contributo non condizionante di Philips ha recentemente diffuso un studio -“Cost-of-illness study of Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS) in Italy”- in cui è stato stimato che il costo socio economico di questa patologia ammonta, in Italia, approssimativamente a 31 miliardi di euro .
L’impatto economico delle OSAS
Questo fardello da 31 miliardi di euro di euro annui – circa 520 euro per residente ricorda CERGAS SDA Bocconi – è costituito per il 60% da costi diretti sanitari, per il 36% da costi indiretti dovuti a morbilità, mentre il restante 4% sono costi diretti non sanitari. Notevole è anche il peso per la società causato dal sotto-trattamento dell’OSAS: la corrispondente perdita di qualità della vita è valorizzabile in circa 9 miliardi di euro l’anno.
A portare la propria esperienza Antonio Sanna Dirigente Medico di pneumologia Ospedale San Iacopo di Pistoia, Michele De Benedetto, Società italiana di ORL e coordinatore del Tavolo Tecnico Intersocietario su OSAS, Luca Levrini, professore associato dell’Università dell’Insubria, Enrico Brunello presidente dell’associazione pazienti affetti da Osas. A coordinare gli interventi e portare anche la sua esperienza clinica sul tema Beniamino D’Errico, co-fondatore della SIMSO, odontoiatra ed esperto della gestione dei pazienti affetti da OSAS.
Ruolo dell’odontoiatra
Che l’odontoiatria abbia un ruolo centrale nella diagnosi e cura del malato di OSAS, lo si capisce anche dal fatto che 2 sui 4 esperti chiamati a portare la loro esperienza sul tema erano odontoiatri.
“Mai come in questa disciplina sistemica l’odontoiatra si è integrato, si è attivato ribadendo il suo ruolo di Medico”, ha ricordato il prof Luca Levrini. All’odontoiatra è affidato il ruolo di intercettare precocemente segni e sintomi e valutare se il paziente può essere trattato con specifici dispositivi odontoiatrici rapportandosi con gli altri specialisti che trattano la patologia.
Oggi, dice Levrini, il 97% dei pazienti viene trattato con il CPAP (le macchinette con mascherina che aiutano il paziente nella respirazione), ma la letteratura e quanto stanno facendo Paesi europei virtuosi, hanno dimostrato “che per i casi lievi o moderati, può essere applicato un dispositivo intraorale” con indubbi vantaggi per i pazienti, per i familiari (spesso lo strumento è più rumoroso di un paziente che russa) ed anche dal punto di vista dei costi. Come peraltro è indicato nelle linee guida ministeriali.
“L’odontoiatra può e deve essere la marmotta che segnala il pericolo, ha continuato Levrini. “Grazie al nostro ruolo di sentinelle, di operatori della prevenzione possiamo far emergere il bisogno di cure, noi odontoiatri siamo capillarmente sul territorio vediamo i nostri pazienti più volte all’anno e ci sono segnali che sappiamo intercettare perché tipiche delle patologie che curiamo come per esempio nell’adulto la comorbilità bruxismo, nel bambino la riduzione del diametro trasverso del palato e la seconda classe scheletrica” Ed è proprio di creare nei professionisti che trattano i pazienti OSAS una cultura della multidisciplinarità che gli esperti presenti hanno evidenziato come una necessità.
https://antonellopulga.it/le-specializzazioni/#